Turismo: Selfie e Social aiutano a ricordare il Viaggio

selfie-viaggio

La canzone “Vorrei ma non Posto” di Fedez e J-Ax è uno di quei pezzi, secondo me, come pochi ne escono nel corso di un anno di pubblicazioni di brani musicali.

Trovo il testo della canzone molto profondo. Non giudico né lo stile musicale né i cantanti, che possono piacere come no, ma mi concentro sulle parole della canzone.

Il ritornello dice:

E poi, lo sai, non c’è
Un senso a questo tempo che non dà
Il giusto peso a quello che viviamo
Ogni ricordo è più importante condividerlo
Che viverlo
Vorrei ma non posto

Proprio io che nel mondo digital ci lavoro e proprio io che da selfie, come molti, non sono immune, mi sento particolarmente colpito da queste parole e devo ammettere che ogni volta che ascolto la canzone mi soffermo a pensare a quanto tempo perdiamo durante una giornata nel cercare di immortalare diversi momenti della nostra vita per poi condividerlo in maniera smodata sui vari social, non riuscendo, forse, a godere pienamente di quello che stiamo “assaporando”.

Non sono qui per fare la morale a nessuno. Ripeto…pure io non sono immune da questo “nuovo modo di vivere la vita“.

Non credere che questa introduzione voglia allontanarmi dalla tematicità turistica che da sempre contraddistingue il blog di Hotel 2.0.

Questa premessa musicale ha un senso…

Pur apprezzando e condividendo le parole di Fedez e J-Ax, la mia deviazione professionale mi porta a fare i conti con un’altra realtà: soprattutto nel turismo, i viaggiatori che sono affamati di foto, video, selfie e quant’altro, sono per il 40% più propensi a ricordare meglio i dettagli di un viaggio.

È come se le persone, nella fase del viaggio, cercando la condivisione con gli amici, creando album sui social, condividendo esperienze, focalizzino maggiormente l’attenzione su quello che stanno facendo. Insomma quanti di noi prima di pubblicare qualcosa sui profili social perfezionano i propri scatti o i propri post per dargli la migliore forma possibile? Credo molti!

A conferma di tutto questo, che non sono solo mie supposizioni, o almeno non lo sono più, ho trovato e letto questa curiosa ricerca dal titolo The Vacation Evaquation.

Lo studio è stato condotto dalla University of Texas di Austin, sotto la guida dello psicologo Art Markman, con il sostegno della Hannover Research, ed è stato finanziato dal famoso portale HomeAway.

Oggetto dello studio sono 713 adulti provenienti da 6 Paesi diversi: Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Italia (ci siamo anche noi).

Ma oltre ai selfie c’è di più…cosa i viaggiatori ricordano meglio di un viaggio? Come e perché?

QUALI SCENARI DI UN VIAGGIO SI RICORDANO MEGLIO?

Le Montagne, con un buon 12%, sono il tipo di destinazione più facile da ricordare rispetto alle piccole città, spiagge, parchi di divertimento e alle grandi città. Queste ultime sono le destinazioni più difficili da ricordare.

QUALI SOCIAL AIUTANO A RICORDARE MEGLIO UN VIAGGIO?

Dallo studio emerge che gli utenti che utilizzano Instagram, rispetto a quelli di Facebook, hanno il 24% in più di probabilità di avere chiari i ricordi di come si sono sentiti durante le loro vacanze. A seguire hanno comunque un buon impatto anche Twitter e Snapchat (quest’ultimo forse più per i giovanissimi).

È probabile che la componente fotografica, particolarmente frequente quando ci si accinge a scattarsi selfie in un luogo con amici o parenti, immortali nella propria testa qualcosa con un peso specifico maggiore.

OK DIGITAL MA NON TROPPO

La ricerca di HomeAway ha messo in evidenza che le persone che fanno uso degli smartphone per scattare foto, girare video o trovare cose da fare, ricordano le loro vacanze meglio rispetto a quelli che non lo fanno.

Tuttavia, questa modalità di comportamento sortisce effetti inversi quando lo smartphone diventa padrone del proprio viaggio.

Coloro che utilizzano il telefono per più di 2 ore al giorno, hanno dimostrato di avere il 26% di probabilità in più di avere difficoltà nel ricordare le loro vacanze rispetto a quelli che spendono meno di due ore. È forse in questi casi che il ritornello della canzone che ho citato a inizio post acquisisce un senso? :-)

LAVORARE IN VACANZA FA MALE

Lavorare in viaggio diminuisce la capacità di ricordare le proprie vacanze.

Di quelli che hanno utilizzato i dispositivi per attività legate al lavoro, solo il 43% che ha trascorso un’ora o più di lavoro ricorda tutti gli eventi di viaggio, mentre il 60% di coloro che ha speso meno di un’ora di lavoro ha ricordato tutti gli eventi.

Nel complesso, lavorando un’ora o più, i partecipanti della ricerca avevano il 43% in più di probabilità di avere difficoltà a ricordare i loro viaggi rispetto a quelli che avevano lavorato un’ora o meno.

Coloro che hanno utilizzato i computer portatili, rispetto a smartphone o tablet, hanno anche significativamente avuto più difficoltà a ricordare le loro vacanze.

MEGLIO VIAGGIARE CON…

Le persone che hanno viaggiato con un mix di famiglia e amici ricordano le loro vacanze almeno il 20% in più rispetto a quelli che hanno viaggiato solo con la famiglia, solo amici, in coppia o da soli.

I turisti che hanno viaggiato per una festa, come ad esempio un compleanno, matrimonio, una riunione, o addio al celibato / nubilato, avevano un 69% in più di probabilità di ricordare meglio il viaggio, anche perché in questi casi c’è un forte impatto emotivo a coinvolgere le persone.

LE GRANDI ASPETTATIVE ALLUNGANO LA MEMORIA

I turisti che hanno dichiarato di sentirsi felici ed eccitati prima delle loro vacanze avevano il 73% in più di probabilità di ricordare molto facilmente le proprie vacanze rispetto a coloro che sentivano altre emozioni, tra cui lo stress, la frustrazione o calma.

CONCLUSIONI

Oltre al discorso dei selfie, foto e video, che a quanto pare sortiscono un effetto positivo sui viaggiatori, mi voglio soffermare anche sull’ultimo punto messo in evidenza dalla ricerca, che probabilmente ai fini di una corretta presenza online ha un senso maggiore per una struttura alberghiera.

Le aspettative e le emozioni del cliente possono influenzare positivamente le sue capacità di ricordare una vacanza. Ecco perché è importante accrescere e non deludere le aspettative dei clienti nelle fasi decisionali di un viaggio.

Le loro emozioni condizionano positivamente o negativamente i loro ricordi. Questi ricordi diventano un’arma vincente o letale nel momento del rientro a casa.

Tornati a casa si condividono le proprie esperienze con amici e parenti. Si racconta il viaggio. Si fanno vedere foto e video che poi vengono condivisi sui social. In tutto questo turbinìo di racconti e condivisioni, naturalmente si parla anche del luogo in cui si è soggiornato. È qui il momento in cui qualsiasi struttura alberghiera trarrà dei benefici, o viceversa dei svantaggi, attraverso il passaparola.

Questi ricordi e racconti inoltre, volenti o nolenti, troveranno largo spazio anche nelle recensioni online (Tripadvisor, Booking,com & co…)

Il feedback positivo o negativo dunque, dipende molto dall’esperienza di ospitalità che si è saputo regalare al proprio ospite. Oppure, se vogliamo trovare una scappatoia a questo concetto, dipende dalla capacità di ricordare del cliente :-)

Prima di salutarti, lascio di seguito il video di presentazione della ricerca che ti ho illustrato fino a qui.

image post credits: Julia By Design