Parity Rate e disintermediazione: rischi e vantaggi per gli hotel

Parity-rate

Molti professionisti del settore ricettivo italiano ricorderanno il video di Federalberghi andato in virale qualche anno fa, prima dell’entrata in vigore della cosiddetta “norma anti-Booking”, approvata solo nell’estate del 2017 per contrastare la tendenza al predominio delle grandi OTA.

Che cos’è la Parity Rate e cosa è cambiato da quando non è più obbligatoria

Per chi non conoscesse la Parity Rate, quest’espressione sta a indicare la parità tariffaria dei prezzi delle camere di un hotel su tutte le piattaforme di distribuzione. Per un albergatore, dunque, la Parity Rate consiste nell’offrire lo stesso valore del pernottamento, a parità di servizio, sia che l’ospite prenoti dal sito web della stessa struttura ricettiva che tramite l’intermediazione di una delle tante OTA.

Fino all’agosto del 2017, la Parity Rate era una clausola imposta agli albergatori da tutte le OTA, da Expedia fino a Booking.
Pertanto, i gestori delle strutture ricettive, al momento della sottoscrizione del contratto, erano costretti a firmare e a rispettare l’obbligo della parità tariffaria, senza poter praticare prezzi inferiori rispetto a quelli comunicati sui portali.

Considerando che le prenotazioni dirette, oltre ad avere un tasso di cancellazione più basso, non hanno commissioni, per gli albergatori l’impossibilità a praticare una disintermediazione era l’ennesima spina nel fianco, frutto di una costante politica aggressiva portata avanti dai portali di viaggio on line.

Dopo anni di battaglie, con il DDL Concorrenza del 2 agosto 2017, sono state definitivamente abolite le clausole della Parity Rate in Italia.
Con la sopraggiunta possibilità di proporre prezzi differenti, e quindi di applicare la Disparity Rate, la tendenza da parte degli albergatori è stata subito quella della disintermediazione, proponendo prezzi più bassi sul sito della propria struttura, al fine di favorire le prenotazioni dirette tramite il proprio Booking Engine.

Disparity Rate, consigli utili per gli albergatori

Se, da una parte, i vantaggi della Disparity Rate sono molto chiari grazie all’abbattimento delle percentuali di commissione, dall’altra ci sono alcuni rischi che vanno considerati e alcuni accorgimenti da perseguire per non disperdere energie in modo invano.

Oltre a investire su un sito web ben ottimizzato, funzionale in ogni dettaglio, e fruibile velocemente da smartphone, il primo grande errore di molti albergatori è quello di non evidenziare, magari con una call to action dedicata e capace di convertire, la convenienza a prenotare direttamente sul proprio sito web.

Invitare gli utenti a procedere all’acquisto della migliore tariffa, facendoli atterrare su un Booking Engine performante e sicuro nelle transazioni, è una regola d’oro al fine di non perdere le prenotazioni dirette.

Ricordiamo, ancora una volta, che se si vuole disintermediare non basta soltanto abbassare le proprie tariffe e restare inermi ad aspettare.

È necessario piuttosto agire e puntare ad aumentare il traffico al proprio sito web. Come?

Oltre ovviamente a investire in campagne Google Ads e in azioni di Social Media Marketing, non bisogna mai dimenticare di puntare a fidelizzare gli ospiti già acquisiti, attraverso offerte speciali e campagne di e-mail marketing mirate.

Disparity Rate, l’importanza di non perdere la fiducia dei clienti

Immaginate di voler trascorrere un weekend a Napoli per celebrare il vostro anniversario di matrimonio.

State navigando alla ricerca della struttura migliore per le vostre esigenze. Siete su Expedia e avete trovato l’albergo dei vostri sogni: ha il parcheggio per l’auto, la SPA che desiderava tanto vostra moglie ed è in una posizione invidiabile rispetto al centro della città partenopea.

La tariffa non è per niente male ma prima di prenotare decidete di andare a curiosare su altre OTA e sul sito web della stessa struttura ricettiva per leggere altre recensioni e dare una migliore occhiata ai servizi.

Vostro malgrado, scoprite che se su Booking il prezzo è più basso rispetto a Expedia, sul sito web dell’hotel, nonostante il chiaro invito a procedere con la prenotazione diretta per garantirsi la migliore tariffa on line, la camera ha un costo, a sua volta, più alto.

Oltre alla evidente occasione persa, quanto è poco professionale un errore del genere da parte dell’albergatore della struttura in questione?

Mantenere dei prezzi differenti su diversi canali, se praticato in chiave poco chiara e trasparente, come in questo caso, può attivare un rapporto di sfiducia da parte del potenziale ospite.

Per controllare il posizionamento dei prezzi nei vari canali, evitando di creare una Disparity Rate a favore (come nell’esempio di cui sopra) delle
OTA, il consiglio è quello di adoperare un Channel Manager che aiuti, chi gestisce i prezzi on line, a semplificare l’inserimento delle tariffe e delle disponibilità senza dover accedere a tutti i portali, uno per uno.

Grazie al software di un Channel Manager è infatti possibile apportare modifiche o correzioni direttamente all’interno del programma, aggiornando in tempo reale tutti i prezzi delle varie piattaforme, evitando così di rischiare, come nel caso della mancata vendita dell’hotel di Napoli, errori imperdonabili.