Metaverso, l’ultima sfida del turismo 4.0

Metaverso-hotel

Negli ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di metaverso, tanto che durante quest’ultimo febbraio, alla Borsa Internazionale del turismo di Milano, sono saliti sul palcoscenico diversi esperimenti di “visite virtuali” di ultimissima generazione.
L’edizione 2023 della BIT, infatti, è stata caratterizzata dalle parole innovazione, sostenibilità, autenticità e, appunto, metaverso.

Ma cosa significa nello specifico questo termine?
Coniato nei primi anni ’90 da Neil Stephenson, nel suo romanzo fantascientifico “Snow Crash”, il metaverso nasce dalla fusione di “meta”, che in greco significa al di là dei confini, e “universo”.

Un mondo, potremmo dire, dove la realtà virtuale, quella aumentata e quella estesa, si fondono fino a confondersi e ad espandersi in maniera multifunzionale.

Lo stesso Mark Zuckerberg, nel 2021, ha annunciato il suo desiderio di trasformare il nome di Facebook in Meta, proprio per spingere tutti i suoi sforzi verso la società del metaverso, un universo che si prospetta voler cambiare presto ogni cosa: dalle relazioni al gioco, dalla produttività al commercio, fino alla stessa industria del turismo.

Non c’è dunque da stupirsi se molti operatori del settore dell’ospitalità stiano già iniziando ad affacciarsi, con i primi investimenti, nella tecnologia del metaverso: un luogo (o meglio un non luogo) che, solo in apparenza, non sembra avere molto a che fare con il concetto di viaggio ma che, in realtà, andrà ad offrire ai turisti nuovi servizi ed esperienze a dir poco rivoluzionarie e complementari con il mondo reale.

Quali le opportunità del Metaverso per l’industria dell’ospitalità?

Dopo gli anni della pandemia, peraltro ancora non ufficialmente terminata, si è sempre più parlato di un nuovo Risorgimento del turismo.

Durante il periodo del Covid qualcosa di copernicano già ha cominciato a germogliare.
Chi non ricorda di alcuni hotel intenti ad introdurre robot per portare la colazione in camera? O musei pronti ad aprire virtualmente le loro sale agli ospiti, per mostrare le meraviglie delle loro collezioni a porte chiuse?
Per non parlare di svariate guide turistiche pronte a cimentarsi per la prima volta, grazie a strumenti come Zoom e Google Street View, nella simulazione di visite guidate usufruibili comodamente dal divano di casa.

Scoprire la Cappella Sistina o passeggiare per i vicoli di Venezia, senza alzarsi da una sedia, oggi è pur sempre una forma di viaggiare.

È vero, da una parte manca il movimento (atto che sottende all’idea stessa di viaggio), ma l’emozione della scoperta, l’evasione e gli insegnamenti che ne derivano restano sempre al centro delle caratteristiche di una visita reale.

Premesso che il metaverso non sostituirà mai il turismo fisico, ma semmai lo completerà, quali le opportunità che si prospettano?

Pensiamo a tanti bambini, come agli adulti, con mobilità ridotta, o agli stessi anziani: in questo caso il metaverso si rivela un grande conforto tecnologico.

Potrebbe aiutare a coronare quel sogno, di “andare” alla scoperta della Valle dei Templi di Agrigento, non solo di una persona costretta a un letto di un ospedale come di qualcuno che, per difficoltà economiche, non riesce ad affrontare quel viaggio nella vita reale.

Una sorta di democratizzazione del settore turistico, tramite visori di realtà virtuale e altre tecnologie più avanzate, capace di estendere la realtà non soltanto nello spazio ma anche nella linea del tempo.

Il potenziale del metaverso è, infatti, infinito e superiore allo stesso mondo fisico: si può visitare la Torre di Pisa e, dopo un’ora, “volare” su Tokyo o, magari, ritornare indietro nei secoli per ritrovarsi in compagnia di Giulio Cesare nell’antica Roma, pronta ad inaugurare la sua fase imperiale.

Il tutto senza inquinare o danneggiare il pianeta ma, anzi, nel pieno rispetto delle risorse ambientali che, come sappiamo bene da un altro tema sempre più attuale (quello della sostenibilità), negli ultimi anni stanno continuando a scarseggiare con grida di allarme da ogni continente.

Ecco come il metaverso potrebbe cambiare gli hotel del prossimo futuro

Immaginiamo di voler organizzare una vacanza con la nostra famiglia in Costiera Amalfitana.
Oggi come oggi, prima di prenotare una struttura ricettiva, oltre che a navigare tra i diversi portali delle Ota e sul sito dello stesso hotel, per scoprire le migliori offerte e studiare nel dettaglio i servizi garantiti, siamo soliti andare a caccia di recensioni, giudizi e commenti, lasciati da altri ospiti come testimonianza delle loro esperienze di soggiorno più o meno positive.

Il metaverso, in questo senso, potrebbe aiutare a visitare virtualmente un albergo in anteprima, scoprendone tutte le potenzialità, per poi prenotarlo senza rischiare brutte sorprese finali.

Una sorta di canale estensivo, capace di potenziare le immagini e i video già presenti in rete, per immergere il futuro ospite in quello che l’aspetta e indirizzarlo ulteriormente verso il click definitivo per la prenotazione.

Cosa succederà in futuro, con le applicazioni del metaverso nel settore dell’ospitalità, è ancora un mistero ma una cosa è sicuramente certa: il metaverso farà sempre più parte delle nostre vite e delle nostre vacanze.