La Brand Reputation non inizia e non finisce con TripAdvisor

Ho come la sensazione che TripAdvisor debba essere considerato dagli albergatori, volenti o nolenti, come un crocevia impossibile da evitare. Un portale turistico sul quale “o ci sei o ti perdi delle possibilità”.

Però tiene sempre banco una controtendenza che smentisce tutto questo.

Sai meglio di me che sul conto di TA è sempre vivo l’argomento delle false recensioni. Recensioni che spesso danneggiano l’immagine di una struttura alberghiera, utenti di cui è difficile risalire alla reale identità etc.

Tutte problematiche all’ordine del giorno ma nonostante questo la crescita di TripAdvisor è ormai una conferma. In quest’ottica ecco i numeri raggiunti negli anni dall’onnipresente community di viaggiatori:

  • nel 2005 contava solamente 1 milione di recensioni
  • nel 2007 con l’espansione del mercato anche a livello europeo giunge a 10 milioni
  • nel 2009 tocca 25 milioni di recensioni
  • nel 2011 si è arrivati a 40 milioni di recensioni

[clickToTweet tweet=”Ad oggi #TripAdvisor conta più di 500 milioni di recensioni. ” quote=”Ad oggi, Agosto 2017, TripAdvisor conta più di 500 milioni di recensioni.”]

Va benissimo! Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Il Portale, togliendo il discorso delle recensioni, su cui voglio però ricordare poggia gran parte dell’ambaradan, ha dei meriti che gli vanno riconosciuti. Insomma, se una community cresce così rapidamente ci saranno anche degli aspetti positivi. No?

Però ricordo come fosse ieri la notizia del Sunday Times, con un articolo di Chris Emmins, il quale scriveva di aver scoperto “strane” offerte di lavoro sul sito Freelancer.com. Nella sostanza si diceva che un albergo vietnamita aveva pubblicato un annuncio in cui avrebbe pagato una somma in denaro per sapere come scrivere false recensioni sul portale turistico. Anche se questa notizia potrebbe essere giudicata come più o meno attendibile, non sembra esserci niente di nuovo, ormai sono cose che si sanno e che ancora “sporadicamente” accadono. Persino sull’ormai defunto sito di SOS Albergatori, si cominciarono a denunciare numerose problematiche scaturite dal portale TA.

Ma allora TripAdvisor è buono o cattivo? È utile o poco utile? È una via di mezzo?

Forse spinti da quest’onda di confusione totale, sono molti gli albergatori che decidono di essere comunque presenti sulle pagine di TA e tappezzare così il proprio sito istituzionale di bannerini che linkano alla propria vetrinetta sul portale. Altri invece su TA ci sono loro malgrado.

Nonostante le infinite lamentele e ingiurie perpetrate da diversi anni, quando mi reco presso le strutture alberghiere alle volte noto sul bancone della reception quell’immagine inquietante che mi fissa con due occhi allucinati e che mi ricorda come la struttura alberghiera in cui mi trovo sia stata “Raccomandata su TripAdvisor” o abbia ottenuto il famoso “Certificato di eccellenza” (che hanno tutti).

Davanti a queste vetrofanie trovo assolutamente interessante che si metta in atto la promozione dall’offline verso l’online. Ma…

Perché la Brand Reputation di una qualsiasi struttura ricettiva inizia e finisce sempre e solo con TripAdvisor?
Perché non fare una promozione dall’offline verso l’online anche per Facebook?
O per Instagram?
O addirittura per il proprio sito web e per qualsiasi altro strumento web?

Sta di fatto che, tra polemiche e ingiurie, TripAdvisor cresce eccome se cresce…

E infine io, da consulente di varie strutture alberghiere, mi ritrovo per le mani numeri di web marketing turistico e prenotazioni online (dirette) riconducibili proprio alla fonte TripAdvisor.

Allora teniamo ben presente che la brand reputation non inizia e finisce su questo portale, ma di certo ci si gioca buona parte di essa.

E tu cosa ne pensi di TripAdvisor. È così inevitabile e necessario anche per la propria strategia di vendita online, oppure se ne può fare tranquillamente a meno?