A marzo 2019 Google ha rilasciato un nuovo sito web che permette agli utenti di cercare e prenotare camere d’albergo e case vacanza. Una novità annunciata sul blog ufficiale senza troppa enfasi, ma che potrebbe essere l’ennesimo passo di Google verso la creazione di una online travel agency (OTA).
Per la verità, è dal 2012 che Google possiede un metamotore di ricerca per hotel – Google Hotel Search – migliorato di recente con nuove funzioni. Si tratta di un pannello che compare quando l’utente cerca un hotel su Google e contiene un elenco di strutture ricettive, con tanto di recensioni, prezzi, servizi e posizione geografica.
La novità è che ora si può accedere a questa funzione da un sito a sé stante – google.com/hotels – che ha un layout molto simile a quello di una classica OTA. È un segnale che Google vuole diventare una online travel agency a tutti gli effetti?
A questa domanda il colosso di Mountain View ha sempre risposto negativamente. Nel 2016, il vice presidente dell’area viaggi e shopping giurò che Google non aveva alcuna intenzione di diventare il nuovo Booking.com.
Eppure, la pubblicazione di questo nuovo sito fa pensare l’esatto contrario. Oltre a questo, ci sono altri indizi che fanno pensare a un prossimo ingresso di Google in questo mercato. Altri elementi, al contrario, dimostrano che questa mossa potrebbe essere un enorme danno economico per Big G. Vediamo perché.
Google OTA: perché si farà
La mission di Google è sempre stata chiara: organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili.
In quest’ottica, Google si è posta l’obiettivo di eliminare tutti gli ostacoli che impediscono all’utente di scegliere il miglior hotel possibile per la sua vacanza. Per questo, nel 2015 ha lanciato “Book on Google”, un sistema che permette agli utenti di prenotare una camera direttamente all’interno di Hotel Search, senza passare dalle OTA. In questo modo il percorso d’acquisto dell’utente non subisce interruzioni, dalla fase di ricerca a quella d’acquisto.
Questa funzione fa supporre che il colosso di Mountain View stia davvero decidendo di far concorrenza a Booking.com, Expedia e simili, soprattutto se sommata alle novità di marzo 2019 introdotte in Google Hotel Search.
Tra le nuove funzioni c’è per esempio un sistema di filtri migliorato. Il filtro “Promozioni”, un sistema basato sul machine learning, restituisce un elenco degli hotel che offrono prezzi più bassi rispetto al solito, in relazione anche ai prezzi delle strutture nelle vicinanze.
Come funziona? Quando un utente compie una ricerca, i primi hotel che vede in elenco sono basati sulle sue ricerche precedenti. Se in passato aveva cliccato su hotel con un prezzo sotto i 100 euro a notte, Google gli mostrerà prima le strutture che sono sul quel livello di prezzo.

Un’altra novità è che ora le caratteristiche dell’hotel sono più in evidenza: ad esempio “bella piscina”; “ambiente lussuoso”, “animali ammessi” ora sono più facili da vedere e sono accompagnate da icone accattivanti.
Rinnovata anche la ricerca di strutture ricettive su Google Maps, che ora aiuta l’utente a valutare se un hotel è abbastanza vicino ai luoghi di interesse che vuole visitare. Ad esempio, cercando “hotel vicino al Colosseo”, Maps mostra l’elenco di strutture nella zona: cliccando su ognuna di esse, indica in tempo reale i minuti di percorrenza per raggiungere il Colosseo.

Tutti piccoli cambiamenti che migliorano l’esperienza dell’utente e che gli fanno sentire sempre meno l’esigenza di spostarsi su un OTA per scegliere l’hotel ideale.
Google OTA: perché non si farà
Se da un lato queste novità fanno pensare che il lancio di un OTA da parte di Google sia imminente, dall’altro c’è un dato che dovrebbe far venire più di qualche dubbio in merito.
Nel 2018 le 2 OTA leader di mercato – Booking.com ed Expedia – hanno speso ben 10 miliardi di dollari in pubblicità per apparire ai primi posti nei risultati di ricerca su Google. Questo basta per capire quanto sia difficile che Google si metta a competere con 2 dei suoi migliori clienti, fonti di enormi guadagni.
È anche vero che di recente alcune online travel agency hanno espresso malcontento per le ingenti cifre che devono pagare a Google per sostenere il loro business.
Se – per assurdo – da un giorno all’altro le OTA decidessero in blocco di non investire più in Google Ads, a quel punto Google potrebbe davvero rispondere lanciando la sua OTA e competere nel loro mercato.
Ma sarebbe uno scenario in cui tutti perdono: da un lato Google diminuirebbe i suoi guadagni pubblicitari, dall’altro le OTA si troverebbero a fronteggiare un nemico impossibile da sconfiggere, per la mole di traffico e dati che gestisce.
Nuovo Google Hotel Search: vantaggi e svantaggi
Gli sforzi di Google per migliorare Hotel Search lasciano pensare che con il tempo i potenziali clienti passeranno sempre più tempo su questa piattaforma, a discapito delle OTA. Come puoi sfruttare questo nuovo scenario per dare più visibilità alla tua struttura?
Google Hotel Search aggrega una grande quantità di contenuti sia da fonti a pagamento che organiche (SEO): video, foto, descrizioni, prezzi, posizione geografica e così via. Questo rende chiaro quanto sia importante curare in modo minuzioso tutti i contenuti che carichi su Google My Business, sulle OTA e sul tuo sito web.
Se i potenziali clienti trovano tutte le informazioni di cui hanno bisogno già su Hotel Search e il tuo sito è progettato per facilitare la prenotazione, allora sentiranno meno il bisogno di passare dalle OTA.
Inoltre, il nuovo sistema di filtraggio dei risultati di ricerca fa pensare che il traffico che ricevi sul sito sarà più qualificato rispetto al passato. Questo significa che potrai competere con gli altri hotel della tua zona organicamente, e non solo attraverso la pubblicità su Google Ads.
Se hai ottime recensioni, foto di alta qualità e hai compilato bene l’elenco dei servizi, potresti arrivare a ottimi livelli di considerazione da parte degli utenti, senza passare dagli annunci a pagamento.
L’aspetto negativo dei nuovi aggiornamenti, invece, è il filtro “Promozioni”, che potrebbe influenzare molto il processo d’acquisto dell’utente. Purtroppo Google mostra gli hotel “in saldo” combinando lo storico dei prezzi dell’hotel, quello degli altri hotel vicini e le ricerche precedenti compiute dall’utente. Quindi sembra difficile impostare delle strategie per poter decidere quando apparire nell’elenco delle promozioni.
Conclusioni
Google alla fine diventerà davvero un’OTA? Come abbiamo visto, ci sono ancora molti elementi contraddittori, per cui ad oggi non possiamo essere certi di quali saranno le prossime mosse di Big G.
L’unica cosa che possiamo (e dobbiamo) fare però, è rimanere aggiornati sulle nuove funzioni introdotte da Google, per capire come sfruttarle a nostro vantaggio e non perdere opportunità di essere sempre più rilevanti per gli utenti.