Questo titolo, tanto scanzonato quanto volutamente virgolettato, nasce pochi mesi fa da un webinar tenuto in collaborazione con due esperti della comunicazione alberghiera 2.0: Alex Alessandrini, noto consulente di digital marketing turistico, e Marzia Baislak di Qualitando, l’azienda artefice di uno dei software alberghieri più all’avanguardia e poliedrici del momento.
Una tavola rotonda nella quale, per oltre un’ora, si è parlato del potenziale, sempre più interessante di questo social network, di ultimissima generazione, in relazione al settore dell’hotellerie.
Chi l’ha detto che TikTok è solo per adolescenti?
Nata in Cina, questa piattaforma d’intrattenimento viene lanciata sul mercato nel 2016 raggiungendo, durante i delicatissimi anni della pandemia, una grande risonanza mondiale.
Oggi, parlando del nostro Paese, sono oltre 5 milioni gli utenti che trascorrono del tempo su TikTok.
Non più solo ragazzini, intenti a scambiarsi balletti fini a sé stessi, ma anche giovani, meno giovani e adulti, all’unisono consapevoli e attenti nel lasciarsi tanto intrattenere quanto informare.
Un dato particolarmente interessante è che ben il 37% degli utenti di TikTok dichiara di essere stato invogliato all’acquisto di un prodotto o servizio, solo dopo averlo scoperto sul social asiatico.
Non poteva essere altrimenti, del resto. D’altronde, TikTok è una App sempre più popolare.
Tanto che, per questo 2023, lo stesso Festival di Sanremo ha deciso di aprire un account ufficiale, portando la community di TikTok nel cuore della kermesse della canzone italiana.
TikTok, un social da non sottovalutare nel settore dell’hospitality
Perché un albergatore, oggi come oggi, dovrebbe iniziare a considerare TikTok nella propria strategia di digital marketing e perché non lo dovrebbe fare?
Ci sono sicuramente due grandi punti a favore di questo social network.
Il primo è che non sembra destinato a scemare in una bolla di sapone, come il coetaneo Clubhouse.
Il secondo è che, come testimoniano i tantissimi hashtag che pullulano TikTok, come #hotelview o #resort, tanto per citarne alcuni tra quelli con milioni di visualizzazioni, questo social abbraccia un forte interesse verso il panorama turistico, con diverse opportunità di business consequenziali.
E le criticità?
Un grande errore di molti albergatori è pensare che basti semplicemente aprire un canale TikTok per vendere più camere.
E qui viene il bello.
Sebbene TikTok sia uno strumento per produrre video in maniera semplice e intuitiva, la sua gestione è un lavoro certosino.
Sviluppare la comunicazione di un brand su TikTok richiede una grande dose di tempo, idee valide e tanta creatività. Con risultati, peraltro, di non facilissima misurazione, se non nell’arco di un lasso temporale, spesso e volentieri di difficile definizione.
TikTok, un social democratico che premia l’originalità
Forte del suo contesto divertente e ricco di video stories, TikTok è sicuramente un social che richiede tanto un taglio di comunicazione leggera quanto una forte dose di originalità nel trattare i contenuti in maniera unica e accattivante.
Un suo grande pregio è sicuramente la sua natura intrinsecamente democratica: anche la pagina di un piccolo hotel, con la chiave giusta, può arrivare a spiccare in viralità sul social, puntando ad aumentare visibilmente il suo prenotato.
Tutto l’interesse si gioca, chiaramente, in una piccola frazione di secondo: bisogna essere bravi a calamitare l’attenzione dell’utente, fino a interrompere il suo ‘processo’ di swipe up, ossia il gesto di scorrere sullo schermo con il dito dal basso verso l’alto, così da calamitarlo a ‘fermarsi’, finalmente, su di noi.
Non servono gradi doti da videomaker, anzi ad essere premiata è sicuramente la spontaneità e la naturalità dei contenuti, che devono sembrare quanto più reali possibili, come focalizzati sulla centralità delle persone.
In maniera ancora più marcata rispetto ad altri social, infatti, su TikTok vince il saperci “mettere la faccia”.
Come?
Individuando le persone giuste dello staff, da voler fare emergere, o lavorando sull’immagine di una ‘mascotte’ rappresentativa, sulla quale magari creare delle storie interessanti nel tempo.
Nel caso di un hotel, una buona strategia di marketing prevede il raccontare il dietro le quinte, lasciando la comunicazione più istituzionale ai canali ufficiali.
Ecco così che questo social diventa validissimo nel raccontare, con giocosità, tutti quei dettagli e punti di vista di una struttura, che altrimenti passerebbero inosservati.
TikTok per alberghi, tra adverting e risorse
Quanto può convenire commissionare la gestione della pagina TikTok del proprio albergo ad una risorsa esterna?
Un social media manager può essere preziosissimo per la cura dei tecnicismi: a partire dalla produzione di video, con tutto il montaggio che ne deriva fino alle scelte musicali, sia per quanto riguarda l’advertising.
Resta però assodato che la propensione comunicativa deve partire dal cuore della struttura e dalle persone che ci lavorano dall’interno.
E sul versante degli investimenti pubblicitari?
Esattamente come Facebook, anche TikTok è dotato di un business manager capace di indirizzare e guidare nella creazione di campagne di advertising mirate a colpire il proprio target.
Se, da una parte, TikTok consente facilmente di segmentare il nostro pubblico di riferimento per genere, aree geografiche, interessi e fasce d’età, dall’altra, a differenza di Facebook o altri social, questa piattaforma richiede, attualmente, un investimento pubblicitario di un minimo di 20 euro al giorno, per un totale di circa 600 euro al mese.
Sebbene le campagne su TikTok siano più dispendiose rispetto ad altri social, c’è da dire che, a sua volta, la community di TikTok è molto più reattiva e, quindi, capace di generare un alto potenziale di visibilità sulla pagina di atterraggio del sito dell’hotel, con ottimi conseguenti risultati in termini di conversioni e prenotato.
In conclusione, TikTok non è più un social per ragazzini: è uno strumento che sta vivendo un momento di grande espansione in Italia e che sicuramente è destinato a crescere.
Un social, al contempo, non per tutti.
Inquadrarlo nella propria strategia di marketing richiede tanta consapevolezza e un budget non troppo limitato.
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