Se ti occupi della visibilità online del tuo hotel o di un sito web in generale, potresti esserti imbattuto nel fenomeno del traffico “fantasma” o referral spam. Questi sono accessi al sito da domini falsi o non reali, generati da bot automatici che inquinano i tuoi report e ti danno una visione distorta del traffico reale.
Nel passato, in Universal Analytics, era possibile arginare il fenomeno con filtri, esclusioni e modifiche al file .htaccess. Ma oggi, con Google Analytics 4 (GA4), le modalità sono cambiate e serve un approccio diverso.
Prima di tutto, facciamo un po’ di chiarezza.
Sommario
Cosa sono gli spam bot referral?
Gli spam bot referral sono software automatizzati che inviano richieste al tuo sito o simulano visite senza accedere realmente alle pagine. Ti starai chiedendo “A che scopo?”. L’obiettivo è quello di apparire nei tuoi report e attirare la tua attenzione, nella speranza che tu clicchi sul dominio “sospetto”. A volte è solo pubblicità mascherata, altre volte si tratta di vere e proprie truffe o tentativi di phishing.
A differenza di Universal Analytics, in GA4 non esistono più i filtri su viste o la reportistica “Referral” classica. Ma…
- il traffico sospetto può comunque apparire nei report di traffico da referral;
- i bot possono influenzare metriche chiave come sessioni, eventi e durata media;
- può capitare che traffico referral anomalo arrivi da hostnames non validi o domini sconosciuti.
Quindi…
Come difendersi dallo spam referral?
1. Configurazione dei referral indesiderati tramite GA4
In GA4 è possibile specificare i domini il cui traffico non dev’essere considerato come referral con la specifica impostazione “Elenca referral indesiderati”. Si trova all’interno di Amministrazione -> Stream di dati -> Configura le impostazioni del tag. L’unica pecca è che questo non blocca il traffico, ma impedisce che venga attribuito come referral.
2. Esclusione tramite file .htaccess
Se hai accesso al tuo server (Apache o NGINX), puoi bloccare i bot tramite regola .htaccess come nell’esempio di seguito, oppure tramite regole firewall (Cloudflare, ModSecurity, ecc.).
Esempio su .htaccess (Apache):
apache
CopiaModifica
RewriteEngine On
RewriteCond %{HTTP_REFERER} semalt\.com [NC,OR]
RewriteCond %{HTTP_REFERER} darodar\.com [NC]
RewriteRule .* – [F]
3. Utilizzo di strumenti esterni per il monitoraggio
Tool come Cloudflare, Sucuri, Wordfence (per WordPress), o Google Cloud Armor offrono protezione contro i bot e permettono di intervenire prima che arrivino ai tuoi analytics.
Un’ulteriore possibilità di difendersi dallo spam referral è tramite Google Tag Manager. Per approfondire questa modalità ti invito a leggere l’articolo esaustivo di Tag Manager Italia
Come eliminare Ghost Referral Spam da Analytics con Google Tag Manager
Per concludere…
Lo spam nei referral non è un problema superato: ha solo cambiato forma. Controlli regolari, filtri a monte e strumenti tecnici sono oggi la soluzione più efficace per evitare dati falsati in uno scenario in cui i dati a disposizione sono sempre meno.
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