Solo il 50% delle ricerche su Google generano un click

Metà delle ricerche su Google non genera clic

Ti sei chiesto perché nessuno ha letto quel post del tuo blog per cui avevi scelto con tanta cura le parole chiave? O perché il traffico organico al tuo sito è calato negli ultimi anni?

Secondo un sorprendente report pubblicato ad agosto 2019, la causa di tutto ciò potrebbe non essere colpa tua – o di chi gestisce il tuo sito – ma di Google.

Lo studio – divulgato da Rand Fishkin, uno dei massimi SEO al mondo – dimostra infatti che più della metà delle ricerche su Google terminano con zero click.

Traffico organico e a pagamento di giugno 2019 che è risultato in zero click

Via: Sparktoro

Il grafico indica che ben il 50,33% delle ricerche totali su Google non genera click. Solo il 45,25% si traduce in un click organico, mentre il 4,42% delle ricerche diventa un click su un annuncio di Google Ads.

In pratica gli utenti, quando cercano su Google, trovano una risposta già sulla pagina dei risultati (SERP), senza dover cliccare sui siti indicizzati dal motore di ricerca stesso. Tra cui il tuo.

Dove gli utenti trovano le risposte

Gli utenti trovano le risposte alle proprie ricerche in 3 posti sulla SERP: nelle description degli snippet, nei cosiddetti “Risultati Zero” e nel box “Le persone hanno chiesto anche“. Il tutto senza cliccare da nessun’altra parte.

Per esempio, ecco come appaiono sulla SERP i risultati per la query: “cos’è il check out in albergo”.

Esempio di risposta a una query nella description di uno snippet di un sito su Google
Description nello snippet di un sito
Esempio di risultato zero nella SERP di Google

Risultato zero
Esempio del box "Le persone hanno chiesto anche" su Google

Box “Le persone hanno chiesto anche”

Tutto questo si traduce in un calo del traffico organico al tuo sito, perché gli utenti trovano quello che cercano già nei risultati sulla SERP.

La posizione dominante di Google

Le cattive notizie non sono finite qui. Il 5,98% delle ricerche totali sul web si concludono su siti di proprietà di Google, come YouTube, Maps e Android. A questo si aggiunge un dato risaputo, ma che fa comunque effetto ribadire: il 94% delle ricerche avviene su siti di proprietà di Google.

Quote di mercato dei motori di ricerca nel secondo quadrimestre 2019
Via: Sparktoro

Questo grafico non include il traffico dalle app mobile di Google, che sono installate praticamente su tutti gli smartphone del mondo. Altrimenti la quota di mercato di Google salirebbe circa al 97%, secondo Fishkin.

Perché avviene tutto questo? Se vogliamo essere a tutti i costi in buona fede, possiamo assumere che i siti di Google meritano di trovarsi in cima alla SERP perché sono spesso il risultato migliore per le ricerche degli utenti.

Oppure, più realisticamente, ci dobbiamo rendere conto che Google è sempre più in posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. Forse c’è un motivo se a luglio 2019 il Congresso americano ha chiesto chiarimenti riguardo un possibile abuso di potere da parte di Big G rispetto ai concorrenti.

Crescono i click sugli annunci a pagamento

Il report in questione ha rilevato altre 3 tendenze interessanti:

  1. I click da ricerche organiche su mobile stanno calando più velocemente che su desktop: -14,44% contro il -4,7% negli ultimi 3 anni.
  2. Il numero di ricerche che risultano in un click su un annuncio di Google Ads sta aumentando gradualmente (+2,4% dal 2016).
  3. I click a pagamento tendono ad aumentare quando Google cambia l’aspetto degli annunci pubblicitari, mentre diminuiscono quando gli utenti diventano più abili a riconoscerli.

La strategia di Google è chiara: se l’utente vuole proprio cliccare su uno dei risultati che gli mostro, allora che lo faccia sugli annunci di Google Ads, visto che per questi gli inserzionisti mi pagano lautamente.

A volte ci si scorda che Google è un’azienda privata, il cui unico scopo è massimizzare il profitto. Sta a noi professionisti del web marketing capire come sfruttare le possibilità di visibilità che ci concede a ogni aggiornamento dell’algoritmo.

Aumentare il traffico organico: come fare?

Alla luce di questi dati per certi versi sorprendenti, cosa dovresti fare per aumentare o almeno mantenere il traffico organico verso il tuo sito? Ecco 3 soluzioni.

Migliora title e description

Dal report emerge come sia sempre più importante ottimizzare i tag title e le meta description del tuo sito, in modo che siano chiari e utili per l’utente.

Se invece sono scritti male o imprecisi, difficilmente le persona ci cliccherà sopra. Dai uno sguardo alle pagine più visitate del tuo sito e correggi title e description mettendoti nei panni di chi li legge.

Punta alla Posizione Zero

Un altra azione utile è quella di puntare a raggiungere la famigerata “Posizione Zero” per alcune parole chiave.

Un buon modo per provarci è migliorare i tuoi contenuti, in modo che rispondano nel modo più diretto e completo alle domande del tuo cliente-tipo (o buyer persona).

Includi le domande (o le parole chiave) nel tag H1 o H2 delle pagine e rispondi nel testo con una definizione molto concisa (circa 54-58 parole).

Comparire in Posizione Zero non ti darà sempre la garanzia di ottenere nuovi click, ma di certo ne aumenta la probabilità.

Ottimizza i tuoi contenuti sui siti Google

Abbiamo capito che Google fa di tutto per mantenere gli utenti nel recinto delle sue proprietà. Per questo motivo dovresti migliorare la tua presenza su portali come YouTube, Maps e Google Immagini.

Sfrutta i video come strumento di engagement, cura la tua pagina Google MyBusiness per intercettare le ricerche sulle mappe e associa un tag alt alle immagini sul tuo sito.

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato su tutte le news dedicate al mondo del web marketing turistico.

Ricorda che potrai disiscriverti in qualsiasi momento!