Ricerca vocale Google: come rendere il tuo hotel più rilevante

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Uno dei trend più interessanti degli ultimi mesi nel web marketing è la voice search (ricerca vocale), ovvero la tecnologia che permette di dialogare con degli assistenti virtuali per cercare informazioni o eseguire determinate azioni.

Alcuni studi prevedono che la voice search coprirà il 50% delle ricerche effettuate su internet entro i prossimi 2 anni. L’Italia – che di solito è nelle retrovie quando si tratta di innovazione – è il Paese europeo con la maggior percentuale di utilizzatori di ricerca vocale da smartphone (il 21% degli utenti totali di internet).

La voice search sta diventando sempre più rilevante anche nel settore dell’ospitalità. Già oggi i due leader del mercato – Google con il suo Assistente e Amazon con Alexa – danno la possibilità agli utenti di pianificare e prenotare le proprie vacanze con la voce.

Visto che entro il 2023 nel mondo ci saranno più di 8 miliardi di assistenti vocali, è facile pensare che nei prossimi anni prenotare camere d’albergo attraverso un assistente virtuale sarà sempre più diffuso.

Siamo di fronte all’ennesimo crocevia per il settore alberghiero: per chi non si adatta, la voice search sarà una minaccia. Chi invece cercherà di capire e sfruttare questa nuova tecnologia, la trasformerà in un’opportunità per far crescere il proprio business.

Voice search per hotel: funzioni e limitazioni

Oggi il viaggiatore ha sempre più bisogno di prenotare la vacanza in modo intuitivo e senza interruzioni. In questo senso, la ricerca vocale può essere un sistema per rendere il processo d’acquisto ancora più semplice e veloce.

Alexa consente di prenotare camere d’albergo con i suoi dispositivi Echo, ma ha delle limitazioni: non permette ad esempio di confrontare i prezzi delle diverse strutture e di pagare direttamente su Amazon (si appoggia infatti a Kayak.com).

Dal canto suo, Assistente Google sembra più avanzato, visto che può contare sulla piattaforma Google Hotel Search, che accompagna l’utente in tutto il suo percorso d’acquisto, compresa la prenotazione. Ma le domande che si possono porre all’assistente ad oggi sono ancora troppo limitate e non riescono a interpretare le ricerche specifiche (ad esempio “Cerco un hotel per famiglie a nord di Roma”).

Insomma la tecnologia appare ancora acerba, ma ogni giorno Amazon, Google e gli altri player di mercato si sforzano ad aggiornare i propri algoritmi per renderli sempre più efficaci. In attesa del boom definitivo della voice search, quello che possiamo fare ora è cercare di capire in che modo cambierà il comportamento degli utenti, per farsi trovare preparati quando la tecnologia sarà più matura.

Cosa deve fare un albergatore per adeguarsi alla voice search?

Per non farti trovare impreparato, la cosa migliore da fare è integrare fin da oggi una strategia di web marketing che si adatti alle ricerche vocali. Visto che pochi stanno investendo in questo nuovo settore, hai l’opportunità di trovarti in prima linea nell’ottimizzazione del tuo sito per la voice search.

I due aspetti su cui devi lavorare sono la SEO – che con la voice search ha messo in discussione alcuni dei suoi punti fermi – e la content strategy, che deve adeguarsi al modo in cui gli assistenti virtuali prelevano i testi per rispondere alle domande degli utenti.

SEO per la ricerca vocale

Le parole chiave che l’utente usa quando parla a un assistente virtuale sono ben diverse da quelle che digiterebbe sulla tastiera. Le keyword sono meno schematiche, più ricche di parole (long tail) e frasi colloquiali. Ad esempio, l’utente non cercherà “hotel Roma”, ma piuttosto “Voglio prenotare un Hotel a Roma”.

Per comprendere l’intento di ricerca dell’utente, Assistente Google utilizza la potenza di calcolo del cloud, che interpreta il linguaggio naturale attraverso l’intelligenza artificiale. Analisi di elementi come fonetica, intonazione e semantica consentono all’algoritmo di interpretare correttamente il messaggio emesso dall’utente e restituirgli la risposta più pertinente possibile.

Secondo Rand Fishkin, uno dei più grandi SEO del mondo, questo cambio di paradigma implica che non ha più senso ottimizzare ogni pagina del sito per un singolo argomento o parola chiave. Oggi gli utenti fanno le domande a Google come le farebbero a un amico: non si interfacciano più con il motore di ricerca usando il suo stesso linguaggio e quindi bisogna ragionare meno per compartimenti stagni.

Content strategy: come adattarla alla voice search

Pianificare una strategia di content marketing su misura per il tuo target è da sempre uno degli aspetti più importanti se vuoi costruire un brand autorevole ed essere più rilevante agli occhi dei motori di ricerca.

Ma con la voice search cosa cambia? Quali sono gli accorgimenti da adottare nella stesura di un testo, in modo che venga utilizzato dagli assistenti virtuali per rispondere alle ricerche degli utenti?

Una buona strategia è quella di tentare di finire nelle cosiddette Quick Answers. Si tratta di porzioni di testo che Google preleva dal sito in 1° posizione per una determinata parola chiave e che mostra in cima ai risultati nella SERP.

Ma perché sono così importanti? Perché nel 40% dei casi l’Assistente Google le utilizza come fonte per rispondere alle domande degli utenti. Cosa puoi fare per aumentare la probabilità di finire nelle Quick Answers?

  1. Cerca di rispondere alle domande più popolari nel tuo settore.
  2. Utilizza parole chiave long-tail, quindi formate da diverse parole.
  3. Inserisci la domanda nel “tag title” e rispondi ad essa nel corpo del testo.
  4. Usa un linguaggio colloquiale, come se stessi parlando a una persona dal vivo.
  5. In ogni testo, cerca di rispondere a tutte le domande che l’utente può porsi riguardo a un dato argomento (intenti di ricerca).

Ultimo ma non ultimo, vale sempre la famosa massima di Bill Gates: “Content is King”. Per cui, non dimenticare che il tuo obiettivo primario è creare contenuti di qualità che il tuo target può trovare utili e interessanti.