I costi folli della SEO e Posizionamento su Google all’Estero

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Voglio scrivere in questo post, senza troppi giri di parole, dei costi folli relativi alla SEO e al Posizionamento sul motore di ricerca Google quando ci si rivolge ai mercati esteri.

Se vuoi posizionarti su Google all’estero, c’è bisogno di investire…parecchio.

Negli ultimi tempi, a parte qualcuno che ha potuto tranquillamente permettersi certi investimenti, c’è anche stata qualche struttura alberghiera che è rimasta impressionata dal dover pensare di sostenere costi così tanto elevati. Al punto da passare io per pazzo.

Ma voglio fare qualche appunto su questa questione, partendo proprio dai prezzi.

Ti faccio un esempio su un paio delle ultime richieste che ho ricevuto sorvolando sulle specifiche degli obiettivi concordati. Strutture alberghiere (medio-grandi) interessate al posizionamento su Google.com, Google.co.uk (quindi USA e UK) e in contemporanea anche su Google.de (mercato tedesco). Trattasi di siti web classici di una ventina di pagine circa per lingua.

Ragionando ad esempio solo per il mercato tedesco, presa visione degli obiettivi della struttura, il budget toccava e poteva superare anche le 2.000 € al mese. E di fonti SEO autorevoli, oltre che amici e colleghi che ho contattato, ce n’erano diverse.

Ora pensa di dover fare una cosa di questo tipo su base semestrale o annuale, ci aggiriamo su cifre che vanno dai 12.000 € ai 24.000 €.

È PAZZIA?

No è la pura realtà.

Ora per comodità nel corso del post farò riferimento all’attività di posizionamento per il mercato tedesco, ma ciò non vuol dire che il discorso non valga trasversalmente anche per tutti gli altri mercati, seppur possano esserci delle minime differenze di prezzi per ciascun Paese di proprio interesse sempre in base ai propri obiettivi.

Partiamo dal presupposto che la cultura della SEO all’estero ho l’impressione, da qualche anno a questa parte, essere decisamente più matura di quella italiana (dopo faccio una precisazione al riguardo).

Non tanto per la SEO on-site che si basa su regole di ottimizzazione del sito che valgono per tutti i siti indipendentemente dalla nazionalità di ubicazione. Le regole SEO quelle sono e quelle restano. Quindi i costi per questa fase sull’estero potranno subire delle maggiorazioni rispetto a quelli italiani solo per quanto concerne la parte di traduzioni dei contenuti (delle pagine, dei title, delle description ecc.)

A voler fare un lavoro di precisione per la SEO on-site, un SEO italiano come me, dovrebbe avvalersi della collaborazione di un SEO madrelingua tedesco. O quanto meno di qualcuno che vive in Germania. Si perché un’analisi sulle ricerche che eseguono gli utenti in Germania, gli usi, i costumi e le tradizioni di questo mercato li può conoscere bene solo un tedesco o chi vive direttamente li.

E queste due modalità di approccio, sia nel caso della traduzione sia nel caso di un affiancamento ad un SEO nativo della Germania, equivalgono a costi aggiuntivi: nel primo caso il costo delle traduzioni nel secondo il costo del collaboratore tedesco.

Ad ogni modo quando si parla di SEO on-site, si resta sempre in una sfera di tariffe “ragionevoli” che possono trovare variazioni dettate dalla mole di pagine presenti nel sito ed eventuale creazione di nuovo contenuto. Resta quindi impossibile ipotizzare costi fissi.

Il problema serio piuttosto, che poi non è un problema, riguarda il posizionamento su Google. Se vuoi essere trovato dagli utenti tedeschi (o inglesi) c’è tanto da lavorare e c’è parecchio da investire.

Le cifre di 2.000 € al mese a cui accennavo, non sono cose da “FantaSEO”.

Quando si decide di fare posizionamento, inteso come Link Building, bisogna mettere mano al portafoglio.

Quando si cercano dei siti, blog o portali verticali in cui inserire link, queste risorse si fanno pagare…non poco. Un blogger ti può chiedere tanti € perché ti scrive il pezzo in madrelingua. Un portale verticale di un certo valore può chiederti un costo piuttosto alto per un semplice link da mettere all’interno di una sua pagina.

In alcuni casi ci si scontra anche con realtà che il link te lo inseriscono ma…a scadenza. Ciò vuol dire che tu paghi per quel link ipoteticamente 12 mesi, però poi se lo vuoi mantenere devi ripagare la tariffa. Esattamente come un vero e proprio canone mensile.

Ti domanderai: ma ne vale la pena? Questi link fanno la differenza?

Bè capiamoci bene: non stiamo parlando degli ultimi blogger arrivati. Si parla di SEO stranieri che concepiscono le loro risorse unicamente per questo scopo. Quindi sono per lo più “fonti” valide e di valore. E il risultato sì! Giustifica la spesa.

La giustifica sempre?

Diciamo che c’è sempre l’aggravante che il motore di ricerca è una “questione algoritmica” e garantire un risultato certo non è possibile. Quello che si può garantire è la realizzazione di un lavoro di qualità che però richiede, come ho già più volte detto, un investimento importante.

E IN ITALIA?

Questo discorso non vuole assolutamente screditare il modo di fare link building in Italia. Chi è del settore, sa comunque che è facile trovare e fare posizionamento a costi più abbordabili di quelli all’estero.

Tuttavia quando si vuole fare un lavoro fatto bene, senza quindi badare troppo al portafoglio, anche da noi i costi lievitano. Perché a fare la differenza non è il Paese, ma le risorse a cui ci si affida per fare link building.

Ad esempio, un conto è chiedere un link all’interno di un piccolo blog di settore, un altro discorso è chiederlo ad influencers del calibro di Chiara Ferragni, solo per esagerare ma per rendere l’idea.

Ma onor del vero diciamo pure che in Italia siamo ancora reduci da un concepimento della SEO come una cozzaglia di article marketing e comunicati stampa da pubblicare su siti di bassa-media qualità: il tutto per fare felice il cliente che desidera un prezzo basso. Cosa che però comporterà poi uno scarso risultato.

Ecco perché poc’anzi dicevo che in Italia c’è poca maturità da questo punto di vista. Perché tendenzialmente

[clickToTweet tweet=”Si pensa più a fare felice il cliente che non a dare il giusto valore al lavoro SEO” quote=”Si pensa più a fare felice il cliente che non a dare il giusto valore al lavoro SEO”]

All’estero, almeno secondo la mia esperienza, viene prima la qualità della risorsa con il suo annesso valore, poi l’esigenza del cliente. Se a quest’ultimo non sta bene il prezzo, ciao e arrivederci senza troppi convenevoli.

MEGLIO INVESTIRE ALTROVE?

Ma quando devo spendere 2.000 € al mese per posizionare il mio sito su Google, non mi conviene fare pubblicità che ottengo risultati più immediati?

Dipende dal tuo obiettivo. Vuoi risultati subito? Allora in tal caso un ragionamento pubblicitario ha più senso per te.

Ma imprenditori di ampie vedute preferiscono investire nel medio-lungo periodo per poi togliersi dall’onere di sostenere investimenti pubblicitari su keywords con alti volumi di ricerche e ad alto rendimento, senza però rinunciare ad altri tipi di investimenti pubblicitari dettati dalla necessità di ampliare la visibilità del proprio brand.

CONCLUSIONI

Per prima cosa voglio precisare che i prezzi indicati in questo post sono solo a titolo di esempio. Perché poi bisogna sempre analizzare nel dettaglio gli obiettivi preposti, le keywords oggetto del posizionamento e tante altre variabili. Quelle inserite nel post sono stime “medie” su cui non sono sceso nel dettaglio, solo per far comprendere che la SEO non è uno scherzo. Certamente ti puoi sempre imbattere in qualcosa di più economico, ma mai a prezzo stracciato se desideri fare le cose seriamente.

Il mio intento è quello di far comprendere che, a dispetto dell’ormai tormentone di sempre secondo cui “la SEO è morta”, in realtà questa è viva e vegeta e costosa.

È molto facile trovare sul web consulenti che ti propongono un’attività di posizionamento all’estero, ma è molto difficile trovare frequenti articoli in cui si spiega a chiare lettere che questo lavoro costa tanto, al punto tale che spesso per alcune piccole-medie realtà turistiche è meglio evitarlo.

Spero di non averti spaventato quanto piuttosto di averti illuminato. :-)