Sei uno di quegli albergatori / operatori del settore turistico / imprenditori o altro, ancora convinti che la SEO voglia dire cercarsi su Google per una specifica Keyword e vedere se il sito si trova in prima pagina?
Con questo articolo voglio farti capire come oggi ragionare in questo modo sia piuttosto antiquato.
Scrivo questo post perché sono ancora molte le persone che bussano alla mia porta per chiedermi attività di SEO e posizionamento su Google per essere trovati in prima pagina.
Devo ammettere che questo tipo di richiesta, seppur trovi ancora una sua validità, è tuttavia avvilente perché le dinamiche del motore di ricerca, rispetto ad alcuni anni fa, sono prepotentemente cambiate sfavorendo molto questa visione della SEO.
Lo so che sei ancora abituato a prendere la tua parola “hotel + nome località” e vedere se il sito si trova in prima pagina, ma questo non è propriamente sensato.
Nel corso degli anni Google ha affinato molto i suoi algoritmi cercando di direzionare i risulati delle SERP (search engine results page) verso il miglior Contenuto. Favorire quindi l’uscita di siti che propongono la migliore esperienza di navigazione e contenuto per l’utente.
Ho volutamente sottolineato la parola “utente”, perché tutto ruota intorno a lui ed anche i risultati a seguito di una ricerca sono influenzati dall’utente stesso.
Ti elenco di seguito una serie di motivi per cui l’utente potrebbe non trovare ciò che invece tu insistemente vedi o vorresti vedere in prima pagina.
1. GEOLOCALIZZAZIONE
Forse lo sai già, ma è bene ricordarti che i risultati di Google possono essere influenzati in base al luogo da cui viene eseguita una ricerca. Intendo dire che se io cerco la tua struttura alberghiera da Verona potrei non trovarla in prima pagina tra i risultati locali ed organici, mentre cercandola da un’altra città il risultato potrebbe essere differente.
Le SERP sostanzialmente possono subire delle differenziazioni più o meno sostanziali in base al luogo di ricerca. Il cambiamento non è sempre stravolgente, ma alcune ricerche ed i relativi risultati possono subire dei cambiamenti.
NB: questo vale per l’Italia, ma anche per ricerche dall’estero e quindi si riflette inesorabilmente anche sulle attività SEO che esegui a livello internazionale.
2. ACCOUNT GOOGLE
Quando l’utente è loggato nel proprio account Google e naviga sul motore di ricerca, questo tende a fargli visualizzare risultati influenzati dalle sue modalità di navigazione. Questa logica risponde al fatto che Google vuole offrire all’utente risultati che potrebberlo potenzialmente interessare di più.
Google tiene in memoria la cronologia delle ricerche eseguite nel proprio account e questo influenza le SERP mostrando i risultati che vengono più cliccati.
Per non trovare risultati inquinati si dovrebbe disabilitare il salvataggio della cronologia. Ma secondo te l’utente medio è attento e conosce questi piccoli (grandi) dettagli?
Assolutamente no! Nella maggior parte dei casi lui continua a navigare non curante di quello che succede. Esattamente come te che cercandoti per “hotel + nome località” ti vedi sempre in prima pagina ma forse solo perché hai più volte cliccato sul tuo stesso sito e Google tende a riproporti sempre il medesimo risultato in prima pagina / prima posizione.
In realtà se cancellassi la cronologia faresti un’amarissima scoperta (da fatti realmente accaduti).
3. MOBILE
Hai mai provato a fare una ricerca da Desktop e poi da Mobile? Anche in questo caso potresti notare dei cambiamenti nelle SERP.
Come saprai il 21 Aprile 2015 Google ha fatto un aggiornamento interessante al suo algoritmo secondo cui nelle SERP mobili verrebbero favoriti quei siti che dispongono di una versione mobile / responsive. Per approfondimenti puoi leggere questi due articoli:
- Se il tuo sito è Mobile-Friendly Google ti fa l’occhiolino
- 13 domande e risposte sull’Update Mobile di Google del 21 Aprile.
Per riassumente tutto brevemente: se tu cerchi il tuo sito da Desktop per una keyword, non è detto che lo stesso risultato venga visualizzato da Mobile. Oltretutto devi tenere in considerazione il fattore geolocalizzazione + eventuale log nell’account google + cronologia ricerche.
Se sommi tutto questo al mobile si possono verificare cambiamenti sostanziali nelle SERP, alimentando l’insensata questione del volerti cercare in prima pagina.
4. CROSSOVER DESKTOP / MOBILE
Con l’avanzare della tecnologia smartphone, l’accavallarsi dei propri spostamenti fisici (tracciati tramite GPS) con le proprie ricerche online, vanno ad influenzare tutto il mondo Google ed anche ciò che si cerca.
Magari conosci già Google Now, e lui è l’esempio perfetto di come le intenzioni dell’utente vengano suggerite se non addirittura anticipate in base ai suoi interessi.
Ti faccio un esempio: recentemente sono stato in ferie. Google Now era in grado di prevedere tutti i miei spostamenti, sapeva qual’era il tragitto che avrei dovuto percorrere per raggiungere l’hotel, mi suggeriva le cose che avrei potuto visitare, dove potevo mangiare, mi dava notizie giornalistiche, sapeva persino il numero del gate dell’aeroporto al momento della partenza.
Tramite le mie ricerche on-line del mio account Google e tramite il GPS le mie informazioni e le mie ricerche on-line venivano deviate verso ciò che avrebbe potuto realmente interessarmi.
Per curiosità provai a fare una ricerca sia da Desktop che da Smartphone “hotel Kos”, il luogo in cui mi trovavo in vacanza, e Google continuava a farmi visualizzare in prima pagina e prima posizione l’hotel presso cui alloggiavo (ma l’hotel in realtà non compariva nemmeno nei primi 50 risultati se andavo a fare un tentativo di ricerca non inquinato dai molti fattori che ti ho appena descritto).
E’ evidente come tramite il GPS che mi rilevava spesso presso la struttura e anche attraverso altre info che avevo cercato prima della vacanza, Google percepisse un mio forte interesse per quella struttura alberghiera e località cercando di piazzarmela subito in prima pagina.
NB: questo crossover tra dispositivi mobili, seppur particolarmente evidente quando si ha Google Now, avviene anche senza di esso. Se entri nel tuo account Google, fai una ricerca da Desktop e clicchi su un sito di tuo interesse, eseguendo la medesima ricerca da smartphone sempre restando loggato, il motore di ricerca tenderà a farti visualizzare il medesimo risultato cliccato da desktop.
5. “HOTEL + NOME LOCALITA'” UNA KEYWORD POCO UTILE
Per spiegarti questo punto accennerò alcuni argomenti che ho trattato anche nel Libro Hotel Marketing: come aumentare le prenotazioni di una struttura alberghiera attraverso internet.
Le keywords generiche, come già ho detto, sono quelle a cui solitamente si punta con più “ingordigia” come ad esempio: hotel verona, hotel roma, agriturismo firenze, bed and breakast rimini ecc. Ossia tutte quelle parole che evidenziano due termini: tipologia di struttura + nome località.
Le keywords per long tail invece, sono quelle più dimenticate come ad esempio: hotel verona centro storico, agriturismo vicino firenze con piscina, hotel rimini vicino al mare ecc. Ossia tutte quelle parole che evidenziano più termini specifici inerenti le caratteristiche di una struttura alberghiera.
Quali sono le parole chiave migliori? Senza ombra di dubbio quelle per Long Tail.
Le parole generiche non sortiscono effetti di conversione sperati per 3 motivi.
PRIMO MOTIVO
Quando un utente esegue una ricerca generica, nella stragrande maggioranza dei casi, non sa ancora che cosa sta cercando. Non ne ha la più pallida idea perché è alla ricerca di una qualsiasi soluzione a lui congeniale. Tanto che se tu stesso provi a fare una ricerca generica come “hotel verona”, noterai che Google restituisce un’enormità di risultati generici. Certamente strutture del veronese, però nessuna di questa probabilmente risponde ai requisiti desiderati dall’utente.
Quindi una ricerca di questo tipo non ti fa ottenere un buon cliente, ma solamente un cliente indeciso. Tale indecisione poi lo porterà senz’altro ad entrare in uno dei tantissimi portali turistici di prenotazione alberghiera che compariranno nelle prime posizioni di Google, perché li dentro probabilmente il cliente avrà la possibilità di farsi idee più chiare su ciò che sta cercando soprattutto grazie ai filtri settabili per fasce di prezzo e tipologie di strutture. L’aspetto dei portali turistici spiana la strada al secondo motivo.
SECONDO MOTIVO
Con una ricerca generica “hotel verona” i risultati di Google riportano nelle prime posizioni gli annunci sponsorizzati e successivamente i risultati organici: tutti relativi ai principali portali di prenotazioni alberghiere (a parte per il box di Hotel Finder) come puoi vedere dalla seguente immagine.
Essendo ricerche molto vaste e competitive, per una piccola, media ed anche grande struttura alberghiera, può risultare inutile e soprattutto uno spreco di tempo e denaro cercare di ottenere un risultato di posizionamento in prima pagina per parole chiave generiche.
Quindi lascia la fatica di lavorare su Keywords generiche alle OTA. Tanto l’utente ancora non ha le idee chiare su cosa sta cercando.
Ci sarebbe poi un terzo motivo che mi riservo di non scrivere qui invitandoti ad acquistare direttamente il libro dove approfondisco maggiormente altri di questi aspetti legati al posizionamento e alle OTA.
CONCLUSIONI
Con tutto quello che ho scritto fino adesso non voglio sminuire il senso del fare posizionamento sul motore di ricerca Google per keywords del calibro di “hotel + nome località“.
Io stesso sono convinto che l’attività di link building in tal senso debba e possa essere fatta (meglio se disponi di buoni investimenti dato che la competitività con le OTA è elevata), tuttavia ragionare solo in questo modo è abbastanza limito e poco qualificabile. Non puoi più metterti davanti ad un computer e cercare il tuo sito per vedere se sei in prima pagina, perché la SEO non è questa e come dimostrato subentrano troppe variabili.
La SEO è una strategia ben più allargata che passa dall’ottimizzazione del tuo sito e dei tuoi contenuti (Content Marketing!), coinvolge anche l’utilizzo strategico che puoi fare dei tuoi canali social, gli investimenti pubblicitari che sei disposto ad investire e l’analisi delle statistiche e del ROI generato.
La SEO ed il posizionamento sui motori di ricerca non puoi più vederli come fini a se stessi, perché difficilmente possono portare un risultato inteso come la prima pagina o prima posizione su Google. Piuttosto la SEO, con tutte le numerose strategie che gli vanno dietro, deve indurti a ragionare su un valore differente che è quello dell’appena citato ROI.
Quindi la prossima volta che accendi il computer per vedere se il tuo sito si posiziona in prima pagina su Google, se hai capito che serve a poco e che molto probabilmente altre persone a differenza tua stanno vedendo altre SERP, allora cambia pagina:
apri il sistema di tracciamento delle statistiche e cerca piuttosto di capire se i tuoi investimenti SEO intersecandosi con le strategie di Web Marketing stanno effettivamente generando un ritorno efficace per il tuo business on-line.
Ti auguro una buona (nuova) SEO. :-)