Una delle domande più comuni che uno scrittore freelance si pone, soprattutto agli inizi della sua carriera, è “quale prezzo chiedere ad un editore per ogni testo realizzato?”. La risposta a questa domanda non può essere universale per una serie di ragioni che spiegherò più avanti. Tuttavia esiste un punto fondamentale da tenere fortemente in considerazione prima di iniziare questo lavoro: la trattativa è il fulcro di ogni buona collaborazione.
Esistono tre categorie di editori o clienti che un copywriter incontrerà durante la sua carriera:
- quello a cui interessa solo il prezzo
- quello a cui interessa solo la qualità dei testi
- quello a cui interessa un giusto compromesso tra prezzo e qualità
Proprio per far fronte alle esigenze dei singoli clienti, un bravo copywriter deve capire chi ha davanti a sé. Se il cliente si mostra interessato ai dettagli, chiedendo testi originali, con keywords specifiche e via dicendo, allora il compito di un copywriter sarà quello di dare il giusto valore ad ogni richiesta.
C’è chi offre un vero e proprio schedario con il prezzo a seconda del tema trattato o a seconda della quantità di parole all’interno di un testo. Giusto o sbagliato che sia, bisogna sapersi vendere per quel che si è e si fa. Stabilire che valore ha il proprio lavoro, invece, dipende esclusivamente dal tempo che si impiega a realizzarlo. In parole povere, un bravo copywriter (chiaramente parlo di un writer veloce, capace di essere rapido nei vari passaggi dall’organizzazione alla realizzazione dei testi) deve comprendere, ancor prima di iniziare un lavoro, quanto impiegherà per trovare materiale, ideare e scrivere un testo.
Chi fa del copywriting la sua fonte di reddito principale deve pur doversi mantenere in maniera adeguata. Un copywriter freelance dovrebbe, dunque, tener conto del suo lavoro cercando di includere tutto quello che, a differenza di un lavoratore dipendente, non avrà mai: tassazioni incluse, contributi, festività, giorni di vacanze e, ovviamente, malattia. Sarebbe dunque tutto perfetto se l’editore/cliente offrisse al copywriter il prezzo richiesto o, almeno, il prezzo accettabile per la realizzazione del lavoro. Molte volte, però, questo non accade e si è costretti a lavorare per pochi spiccioli che non valgono assolutamente il tempo speso.
Qui entra in gioco la trattativa di cui parlavo sopra. Se un cliente chiede all’autore un preventivo per il lavoro richiesto e poi, quasi subito, cerca di strappare uno sconto, non c’è scampo: si è appena entrati in trattativa. La trattativa non piace molto ai copywriter per mille ragioni differenti (ci si sente sottopagati, ci si sente mortificati, non si ha il coraggio di controbattere etc etc) eppure, se si vuole svolgere un’attività di libero professionista, occorre sapere che è necessaria. A questo proposito, dunque, mi preme dare un unico consiglio che può valere per editori ed autori insieme: attenti agli sciacalli. Chi chiede troppo e chi pretende troppo non sono poi così diversi l’uno dall’altro. Così come per ogni altro mestiere, in medio stat virtus.
Un copywriter all’inizio della sua carriera dovrà cercare di mantenere i suoi prezzi leggermente più bassi rispetto ad un copywriter professionista, così da poter ottenere il suo giro di clienti ma, in fondo, dovrà anche cercare di realizzare testi di qualità. Perché se è vero che esistono 3 tipologie di editori/clienti che si rivolgono ad un copywriter, è assolutamente scontato che nessuno, tantomeno chi pensa solo al prezzo, si lamenterà mai di una qualità alta del lavoro. Per gli editori e clienti il discorso è lievemente differente e, da copywriter, forse non sono la più esperta nel dare consigli.
Mi sento in dovere di dire una cosa, però, che tocca anche agenzie editoriali e quelli che si sentono “furbi” a richiedere un lavoro pagato meno di quanto offrono ai cinesi nelle fabbriche: all’inizio un copywriter potrà anche cedere, soprattutto per necessità, ad una miseria di stipendio ma col tempo, quando diventerà un professionista e vi scaricherà per lavori meglio retribuiti, sarete costretti a ricontattare un nuovo copy, valutare il lavoro e ricominciare una collaborazione da zero con una perdita di tempo che coinciderà con una perdita di denaro, ovviamente.
Conveniente? No, non credo che lo sia per nessuno.